E Oxford scoprì Longa di Schiavon

Da Cats – Il giornale di Vicenza

Una piccola impresa familiare che produce ceramica è riuscita ad ottenere un incarico prestigioso: realizzare le piastrelle per restaurare uno dei più antichi e storici edifici di Oxfod.

Passato e futuro

I Guidolin sbarcano in Inghilterra.

Non con l’aereo. Ma con i loro mattoni speciali. Mattoni che nessuno al mondo riesce a fare come sanno fare questi fratelloni di Longa di Schiavon che hanno sempre lavorato insieme. Con uno studio meticoloso, con impasti speciali, con forni che riescono ad utilizzare da maestri hanno riprodotto alla perfezione le mattonelle adagiate 120 anni fa sulle pareti esterne del Pallazzo della BBC a Londra, di un edificio pubblico di primo Novecento nel centro di Oxford, di un fabbricato centenario di Nottingham.

Una fatica titanica e geniale.

Nel capannone di Via Roncaglia di Sopra all’interno della zona industriale di Schiavon dove si sono trasferiti da qualche tempo, dopo aver lasciato la storica bottega paterna di Via Bosella per lanciarsi in nuove sfide ma conservando tutti i segreti dei maestri artigiani appresi dai genitori, Piero, Sante, Silvano, Diego, Enzo, affiancati da alcuni collaboratori, lavorano con un’intensità straordinaria, ognuno nel proprio settore.

Nella bottega-naif della gioventù, in cui papà Tarcisio, artigiano di altri tempi, cresciuto nell’epoca d’oro della gloriosa scuola di Nove, e mamma Vittoria, umile ma artistica disegnatrice, guidavano una piccola azienda che si era imposta  all’attenzione di grossisti e compratori pur in un arcipelago di fabbriche e fra un concorrenza spietata, i 5 fratelli avevano imparato a creare – cuocere ceramiche d’autore in grado di conquistare un difficile mercato grazie a uno straordinario rapporto qualità-costi.

Poi,  nel momento della crisi, senza i genitori che nel frattempo se ne sono andati in cielo, il coraggio di reinventarsi la produzione scoprendo una nicchia come le stufe con le quali hanno trovato la forza di superare la congiuntura è ricevuto una montagna di soddisfazione.

E, poi, quando il vento delle difficoltà economiche ha spazzato via in gran parte pure le stufe, ecco la nuova frontiera della riproduzione di mattoni, tegole e coppi di uno o due secoli fa, ma anche di inserti in ceramica come si concepivano per le più nobili Costruzioni dell’800 e del 900.

Semplice l’idea: riproporre il fascino senza tempo del cotto tra fantasie e colori ormai introvabili.  Complicatissimo, se non quasi impossibile, realizzarla. Tutto è iniziato un paio di anni fa. Una nota fornace di Padova ha avuto la commessa di rifare le mattonelle ormai vetuste e degradate che rivestivano un edificio a destinazione commerciale di Oxford.

Un edificio storico e un restauro da curare nei minimi dettagli. Ma la cosa più complessa era proprio riprodurre alla perfezione le mattonelle.

Quelle originali avevano un colore avorio di fondo percorso da una serie di macchioline pietrificate a tinte grigio​-verde.

Un’impresa clonarle e farle rivivere con gli stessi effetti di 120 anni fa.

La fornace Padovana, però, non se la sente. Ci vuole troppo tempo. Ci vuole un impegno totale. E non c’è neppure la garanzia di farcela punto allora il titolare si rivolge ai Guidolin punto li conosce. Sa che sono tenaci, che non demordono mai, che sono capaci di qualsiasi risultato. In giro l’unica concorrenza è costituita da una ditta giapponese. I giudici sono terribilmente esigenti. Si tratta di 20 architetti. Sono loro i responsabili di un cantiere molto importante per la città della più antica università del mondo e per l’intero Regno Unito.

I Guidolin si fanno arrivare un modello. Ora c’è da rifare, con l’identico procedimento di una volta, una forma di gres porcellanato ingelivo in grado di resistere agli sbalzi di temperatura, agli agenti atmosferici. Stile e concept non devono discostarsi da quelli originari.

Così le mattonelle made in Schiavon partono per Oxford. Stessa opera per il palazzo della BBC di Londra, che è in ristrutturazione da 8 anni. Ci sono da riprodurre mattonelle composte da 7 tipi di mosaico con 27 sfumature di colori. Questa volta ci vuole più tempo, quasi un anno e mezzo di esperimenti sempre con l’incognita della riuscita, sempre 24 ore da aspettare, il tempo della cottura, per capire se l’obiettivo è stato centrato. Infine, l’ok entusiastico dei britannici.

Ma i Guidolin ci riescono. 12 mesi di prove e impasti. L’esame è superato. Il giudizio è lusinghiero “excellence, with compliments”.

Altro lavoro per un edificio vecchio di 100 anni a Nottingham.

In questo caso la richiesta è di rifare di inserti in ceramica a blocchi. Da ricreare ruvidità. Esame superato alla grande. E adesso avanza un nuovo ordine e colori: piastrelle blu notte e blocchi bianco avorio per rivestire la Mich Jagger House di Londra la Gran Bretagna, dopo brexit, esce dall’Europa.

I Guidolin vi entrano. Anche senza il marchio UE.​